La caduta della sterlina è figlia di una data: 18 aprile 2018, quel giorno vengono pubblicati i dati relativi all’indice dei prezzi al consumo che esprimono l’andamento dell’inflazione la quale registra su base annuale un tasso del 2,5% contro attese del 2,7%. Da lì c’è stato, in aggiunta ad altri dati non esaltanti riguardanti soprattutto il PIL, una discesa inarrestabile del cable da area 1,44 fino a toccare nella giornata di ieri quota 1,33. Più di 1000 pips in poco più di un mese è una cifra impressionante.
Ma perchè tutto questo ha fatto scatenare le vendite e in modo così violento? La spiegazione risiede in tutta la fase di rialzo precedente. Dal referendum su Brexit in avanti il mercato ha maturato la convinzione che la BOE avrebbe attuato una politica di rialzi dei tassi piuttosto aggressiva contando sul fatto che la crescita in Gran Bretagna sarebbe rimasta graduale e costante e soprattutto che lo spauracchio dell’inflazione che si stava minacciosamente avviando verso quota 3% sarebbe stato arginato con tutte le forze dalla stessa banca centrale.
Raggiunto, il cross GBP/USD, un livello importante di prezzo, il mercato si è chiesto se era il caso di continuare a spingere al rialzo oppure la quota era troppo alta per potersi adagiare su una situazione le cui certezze potevano essere minate dagli imminenti dati sui prezzi. Chiaramente tale paura non ha tardato a trovar concretezza nella realtà e le riunioni del comitato esecutivo della BOE hanno verbalizzato una rinuncia ad attuare a breve una serie di rialzi sul costo del denaro in virtù di una minaccia inflazionistica venuta meno e di un rallentamento poco confortante riguardo la crescita del paese. Il mercato ha reagito di conseguenze innescando un sell-off dirompente sul cable dando la sensazione che un’inversione di tendenza difficilmente sarebbe arrivata a breve.
Negli ultimi giorni, davanti al Tesoro britannico, si sono susseguiti dichiarazioni di membri all’interno della BOE rilevanti la ripresa di una politica aggressiva sui tassi, prontamente smentita da Carney il quale ha ribadito gli stessi concetti suddetti sia riguardo i prezzi sia relativamente all’economia nel suo complesso. I dati di ieri che hanno segnato l’inflazione al 2,4% hanno completato il quadro negativo.
Graficamente la situazione sul cable è un pò deprimente, fermo restando che una reazione da questi livelli di prezzi è lecito aspettarsela.
Sul weekly il prezzo ha rotto al ribasso la trendline rialzista che parte da 1,1986 del Brexit day. Potrebbe trovare appoggio per una correzione verso 1,3040 sulla media mobile a 100 e su un’area supportiva.
Anche sul monthly la fuoriuscita dalla trendline rialzista non è un segnale incoraggiante per i rialzisti.
Sul daily, invece, rimane valida la zona di 1,32 per appoggiarsi sulla trendline e sempre area 1,3040 come livello di minimi relativi.