Il prezzo dell’oro è sceso bruscamente dopo aver raggiunto i massimi di periodo a $1.360 considerata area di resistenza molto forte.
Il conflitto in Siria è tutt’altro che finito e si potrebbe assistere ad una nuova escalation del conflitto semplicemente a causa di un errore di comunicazione tra le forze russe e americane che operano così strettamente nella regione.
Secondo le ultime rilevazioni, quest’anno la domanda d’oro cambierà di poco rispetto ai livelli del 2017, in quanto i guadagni minimi ottenuti dagli investimenti fisici, nel settore della gioielleria e nella domanda industriale sono stati parzialmente compensati da un calo degli acquisti delle banche centrali ai minimi dal 2010, secondo un rapporto del settore. La domanda globale di oro si è attestata a 3.969 tonnellate nel 2018, in aumento dell’1% rispetto ai livelli dello scorso anno, ma di circa il 10% al di sotto della media degli ultimi cinque anni.
La domanda per il fisico è stata altrettanto positiva con i nuovi massimi dell’ETF in oro e argento, e Cina / India continuano ad essere forti compratori del metallo prezioso. Il problema sta nel fatto che il dollaro Usa sembra riprendere fiato soprattutto dopo che nel week end il Segretario di Stato Mnuchin ha espresso un cauto ottimismo sul raggiungimento di un accordo tra Cina e Stati Uniti.
Ora il Gold, contratto CFD ActivTrades, Gold daily, ha mostrato una discesa che potrebbe continuare fino al livello di supporto a $1.306, dove transita, tra le altre, la media a 200 periodi.
Buon trading a tutti