Nelle ultime settimane la volatilità ha avuto la meglio sul mercato finanziario valutario. E non è certo difficile comprendere quali sono le motivazioni che stanno contraddistinguendo una simile fase del Forex: le nuove tensioni internazionali determinate dai rapporti sempre più stressati fra gli Stati Uniti e buona parte del resto del mondo, hanno infatti riacceso le speculazioni sul dollaro statunitense e sulle emergenti, che non solo arrivano da un 2017 piuttosto complicato, ma rischiano di dover attraversare un nuovo esercizio ancora più complesso.
Ma che cosa succederà alle principali valute emergenti nei prossimi mesi? Le settimane che ci attendono saranno il momento per un recupero delle quotazioni perse contro il dollaro statunitense, oppure dobbiamo attenderci un prolungamento di questa fase di deprezzamento?
Rublo russo
Cominciamo dal rublo russo che, nel paniere delle principali valute emergenti, è sicuramente quella che sta soffrendo maggiormente nei confronti della valuta verde. D’altronde, le tensioni internazionali che sono sorte dopo il bombardamento degli USA in Siria, hanno determinato un acuirsi delle distanze tra l’area Nato (USA, Francia e Gran Bretagna in testa) contro Assad e i suoi alleati.
Al di là delle evoluzioni di brevissimo termine, che potrebbero prolungare il relativo stato di debolezza del rublo russo, in un un’ottica di medio – lungo periodo i segnali generati dal mercato propendono per la possibilità di un’inversione di tendenza del cambio Usd/Rub.
Lira turca
Così come il rublo russo, anche la lira turca sta subendo l’influenza di quel che avviene a livello internazionale. E così, il cambio tra la valuta verde e quella di Ankara ha aggiornato i propri nuovi massimi storici in area 4,20, permettendo alle quotazioni dell’Usd/Try, dopo una prolungata fase di distribuzione, di riagganciare il trend rialzista di lungo periodo.
Considerato che l’oscillatore RSI si trova in una condizione di ipercomprato, non è escluso che il cambio possa risentire di prese di beneficio sul dollaro, con possibilità di tornare le resistenze sotto quota 4.
Real brasiliano
Il Brasile sta soffrendo in maniera particolarmente delicata le difficoltà socio – politiche interne. Difficoltà che,
peraltro, non dovrebbero attenuarsi nei prossimi mesi, e che rischiano invece di sfociare in una criticità ancora più profonda man mano che ci si avvicina alle elezioni politiche, in programma per il prossimo 7 ottobre.
Nelle sedute della scorsa settimana, il cambio fra dollaro Usa e real brasiliano si è spinto fino ai massimi da dicembre del 2016 a questa parte, balzando oltre quota 3,40. Prima di abbracciare con convinzione una posizione long sul trend rialzista, occorrerà tuttavia attendere ulteriori evoluzioni e conferme.