Si avvicina il 17 aprile, quando gli americani presentano la dichiarazione dei redditi. Perciò si disfano di bitcoin e criptovalute, che sono diventati oggetto di tassazione
C’è una data che potrebbe rappresentare un nuovo, importante capitolo della saga bitcoin. È il 17 aprile, quando negli Stati Uniti cade quello che viene chiamato il Tax Day. Ossia il giorno entro cui i contribuenti americani devono consegnare la propria dichiarazione dei redditi.
In queste ore bitcoin continua a essere oggetto di vendite. Nell’ultimo mese ha ceduto oltre il 27% del proprio valore. E da inizio anno il calo della quotazione della criptovaluta è stato di oltre il 52%. Secondo gli osservatori, a pesare su bitcoin e sulle altre valute virtuali è proprio l’avvicinarsi del Tax Day. Per onorare i propri doveri nei confronti del fisco, gli investitori privati e le società che gestiscono le compravendite, stanno vendendo. Il rischio è che nei prossimi giorni assisteremo a operazioni di vendita massicce. Che indeboliranno ulteriormente un mercato sotto osservazione e pressione da mesi.
Per Coinmarketcap, anche a causa dell’incertezza regolatoria, tutto il mercato delle criptovalute ha perso più metà della sua capitalizzazione dall’inizio del 2018.
Nonostante questo, i contribuenti dovranno versare le tasse sui profitti ottenuti, riportando valori e transazioni nella dichiarazione dei redditi. E ottemperando a una decisione che è stata presa nel 2014 dall’Irs (il fisco statunitense), che decise di trattare le criptovalute come delle properties.
Secondo le stime di Fundstrat Global Advisor e del suo capo della ricerca, Tom Lee, all’Irs entreranno in totale 25 miliardi di dollari. Cifra che si basa sul calcolo di un capital gain di circa 170 miliardi di dollari.